Socialismo liberale o rielaborazione dell’ideale socialista ? di Alberto Angeli

Un linguaggio nuovo per il cambiamento. di A. Angeli «  caseperlasinistraunita

“Socialismo liberale, socialismo del XXI secolo, socialismo repubblicano o riformista o, vieppiù, socialismo democratico, sono espressione delle svariate anime dell’eredità del socialismo, che si raccolgono in diversi mondi organizzativi con  l’impegno a mantenere ancora viva la fiamma dell’ideale socialista. Indubbiamente si tratta di un fenomeno interessante sotto l’aspetto politico/sociale, poiché il pullulare di formazioni di diversa fattura non obnubila l’interesse che le accomuna, quello di ritrovare uno spazio e un ruolo all’ideale socialista. E questo avviene ormai dal giorno successivo che ha segnato, drammaticamente, la fine del PSI. Certo, in qualche modo è stata riaccesa la speranza proponendo il Psi come soggetto politico, mediante la rianimazione della vecchia sigla. Un esperimento mentale, più che un evento di concreta attuabilità politica, tanto che nel corso di questi anni non è stato colto alcun risultato elettorale e parlamentare tale da rendere il PSI una rappresentanza di peso nell’ambito della sinistra e dell’area riformista o occupare uno spazio politico su cui poggiare il progetto per la ricostruzione del socialismo. E tuttavia, si deve ammettere che la parola “socialismo” occupa nel lessico della politica un suo fascino incorruttibile dal tempo e dalle difficili storie che ne hanno sfuocato il ruolo, senza però alterarne la seduzione che ancora esercita in molta parte della cultura, non solo del nostro Paese, ma anche oltre i suoi confini.  Insomma, è sicuramente la parola d’ordine che sembra imporsi in questo primo quarto del XXI secolo,  per cui non deve neppure stupire se molti intellettuali e studiosi della politica e della società si cimentano nella ricerca di un prototipo di socialismo quale risposta ai grandi problemi della politica e sul futuro della società, che vada oltre l’idea della globalizzazione e della finanziarizzazione dell’economia. Ecco il tema, quale risposta dare alle aspettative di una nuova società passando dalla rigenerazione del Socialismo, che immaginiamo dovrà intanto superare l’attuale crisi della pandeconomia, della globalizzazione e delle diffuse, marcescibili disuguaglianze sociali, economiche e di libertà oppresse,    

Ovviamente, con questo scritto non si ha la pretesa di dare una risposta, ma  solo un contributo al quale si spera che altri si associno e si cimentino. Poiché ognuno di quanti si sentono impegnati su questo terreno politico e a favore del socialismo  hanno da guadagnare dal confronto. Allora avanti.

“Proletari di tutti i Paesi, unitevi!”, è l’esortazione con la quale si apre il manifesto di Marx ed Engels del 1848, che nella versione Togliattiana diviene: “Proletari di tutto il mondo, unitevi!”*. Oggi, potremmo ricorrere all’esortazione: “Pacifisti di tutto il mondo, unitevi contro la fabbricazione e vendita di armi!”. O ancora: rivolgere il sintagma esortativo Marxiano agli Ecologisti e ambientalisti, tanto per capire come l’evoluzione della storia abbia cambiato il tema del confronto su cui oggi ragionare e riflettere: da un socialismo rivoluzionario ad un mondo in piena metamorfosi, che va oltre la post modernità. In un certo senso possiamo affermare che il proposito Marxiano è stato raggiunto:   “ I filosofi hanno  solo interpretato il mondo in modi diversi; si tratta però di mutarlo”, (Tesi su Feuerbach) questo scriveva Karl Marx ponendo come obiettivo della sua ricerca filosofica e scientifica la realizzazione del socialismo. Il mondo è sicuramente mutato, e anche in questo Marx ha visto giusto, tanto che oggi viviamo nell’inferno o paradiso della tecnologia informatica e siamo alle prese con problemi e temi su cui gli intellettuali, che possiamo dividere in ideologici e tecnici a seconda delle loro attitudini professionali, si cimentano con grandi difficoltà.

Anche il socialismo, come modello politico, sociale e come visione di una società senza sfruttamento e diseguaglianze ha sperimentato la sua funzione di governo in diverse realtà del mondo, con svariate declinazioni, delle quali in questo XXI secolo residuano poche esperienze, circoscritte e timidamente attive. Si guardi all’Europa, salvo la recente affermazione del PS Portoghese, dichiaratamente socialdemocratico e Kejnesiano, e la crisi in Romania, il socialismo in Europa è amaramente in declino.

Il socialismo Italiano può annoverare una grande storia, nel senso che sicuramente un buon storiografico non avrebbe difficoltà a riconoscere che c’è stato un periodo in cui il nostro Paese ha sperimentato forme di socialismo moderno, nonostante governasse con un partito conservatore come la DC del XX secolo. Vediamo alcune delle riforme: obbligo frequenza scolastica, assegno universitario, riforma agraria con diritto di prelazione per la mezzadria, nascita dell’ENEL e dell’ ENI, estensione alle categorie dei commercianti, artigiani e agricoltori e professioni del sistema previdenziale, legge 300, riforma sanitaria universale e gratuita, IRI, interventi al SUD con la costituzione di Enti e investimenti infrastrutturali e portuali, tanto per ricordare alcune delle riforme sociali. Nel 1994 il PSI chiude i battenti; invero, sopravvive un simbolo, tanti movimenti che si richiamano al socialismo, tanti uomini e donne impegnati a sostenere viva la fiamma del socialismo, ma non sono più una forza, un partito che può determinare cambiamenti, una realtà che lo ripiega nelle retrovie in cui si ritrovano i nuovi chierici della politica, come Italia Viva e altre esperienze tipo LeU e tante altre piccole realtà in carattere con il romanticismo rivoluzionario, ma ininfluenti.

In questo primo quarto del XXI secolo alla domanda se il socialismo deve aggiornarsi non si può rispondere con un secco si o no, poiché è fondamentale prima capire se si vuole mutare il mondo o limitarsi ad assecondarne il percorso. Questo perché nel primo caso, lavorare per cambiare, richiede una rielaborazione teorica del socialismo per ridefinire uno strumento politico con il quale affrontare le dinamiche e le crisi che l’inesorabilità dell’evoluzione tecnologica comporterà e rifletterà sul piano economico, ambientale, sociale e di sopravvivenza per l’umanità, come la presenza del Covid 19 c’insegna; nel secondo caso, il socialismo può aggiornare quotidianamente la sua funzione e rappresentanza, partecipando a politiche di assestamento e recupero socio economico senza esercitare alcuna influenza sul sistema del modello di sviluppo economico e di società, con i pericoli che ciò inevitabilmente determina. 

Una rielaborazione del socialismo non deve svolgersi in un laboratorio, ma misurarsi con i cambiamenti che la scienza e la ricerca ci prospettano per il futuro immediato, dovrà vedersela con i mutamenti del mercato, dell’economia, delle modalità di interscambio e mobilità, nuove forme di produzione e di consumo, di mediazione e finanziarizzazione e ripensare la globalizzazione non solo come sistema di mercato economico, ma come un modello entro il quale si sviluppano rapporti interstatali e continentali e geopolitici. L’elaborazione di un’idea socialista si dovrà porre il compito di come relazionarsi al mondo sociale, dove la misura del lavoro non sarà più lo sfruttamento manuale, ma del pensiero, delle forme intellettuali, in cui la riproduzione sociale può ricalcare la riproduzione del lavoro citata da Marx,  e allora dovrà affrontare nuove forme di ingiustizia e di irrazionalità istituzionali.

Resta sospesa la domanda: chi sarà in grado di compiere questo lavoro teorico? Ebbene, qui sono stati indicati alcuni temi per compiere dei primi passi. Lavoriamo portando ciascuno le proprie idee, confidando che poi si presenti chi ne ha la competenza culturale e intellettuale per aiutarci in questo difficile compito di rielaborazione di un modello socialista che possa competere con i cambiamenti del XXI secolo.

Alberto Angeli


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